(di Domenico Di Cesare) La protesta degli edicolanti prosegue a oltranza e dopo lo sciopero del 28 gennaio, in occasione della mobilitazione nazionale indetta dal sindacato Sinagi a Roma, come protesta contro il mancato rinnovo dell’accordo con gli editori, c’è stata la mancata affissione degli ‘strilloni’ davanti agli esercizi commerciali, per poi affiggere di nuovo le locandine, ma al contrario.
Abbiamo chiesto al segretario provinciale di Rieti Luca Simeoni di spiegarci meglio questo malcontento: «È bene specificare che protestiamo non contro i giornalisti o le testate, ma contro gli editori».
Il malumore nasce per una legge ferma ormai da dieci anni: «In sostanza gli allegati ai giornali, come i libri, non danno nessun introito all’esercente e tutto il ricavato è appunto per gli editori».
Si sta muovendo qualcosa? «La federazione italiana editori (Fieg) è respingente a qualsiasi proposta per il rinnovo dell’accordo nazionale e soprattutto a riconoscere un compenso economico dignitoso per una categoria in profonda crisi. Noi al governo abbiamo chiesto una redistribuzione dei finanziamenti pubblici agli editori, che coinvolga tutti i componenti della filiera e non esclusivamente gli editori, che li usano per ripianare i bilanci delle loro aziende».

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