Ieri, 3 Luglio alle ore 10.30, nell'aula consiliare del Comune di Rieti, la maggioranza spinge i consiglieri d'opposizione rimasti in dieci, dopo la svolta a destra di Alessio Angelucci e il passaggio nel gruppo misto di Franco Evangelista ad abbandonare l'aula per tentare di far mancare il numero legale minimo necessario alla votazione del rendiconto 2022, lamentando che alle 10, ora fissata per l'inizio del consiglio, "la maggioranza si è accorta di non avere il numero legale. Ha scelto quindi, in palese violazione del regolamento, di non effettuare l'appello e di "prendere tempo". Dopo una discussione sulla questione della Mensa di Santa Chiara, con l'arrivo di alcuni consiglieri di maggioranza, la seduta è stata dichiarata aperta.
Nella soprannominata "giornata nera", c'è la possibile uscita del Comune dallo stato di pre-dissesto certificato dieci anni fa dalla Corte dei Conti non appena insediata la giunta Petrangeli, che mise nero su bianco debiti rimasti fino a quel momento chiusi nei cassetti di Palazzo di Città. "Una volta ricevuta la delibera (approvata ieri, ndr), la Corte dei Conti potrà esprimersi sulla bontà del percorso di risanamento economico-finanziario compiuto dal Comune spiega l'assessore al Bilancio Andrea Sebastiani - Dopo dieci anni di tagli, per l'ente potrà presentarsi la possibilità di liberare importanti risorse per riversarle sul territorio e sui servizi ai cittadini. In queste condizioni, potrà aprirsi una stagione nuova nella quale l'ente potrà innanzitutto rinvigorire la macchina amministrativa attraverso l'ingresso di nuove professionalità da spendere soprattutto nei settori strategici."
Per l'opposizione "La possibilità per l'ente di uscire dalla procedura di pre-dissesto iniziata nel 2013 è a forte rischio. La Corte dei Conti, nel febbraio scorso, ha rimesso al Comune quattordici pagine di contestazioni e di richieste di spiegazioni che, visti i numeri, ci sembrano almeno legittime: parliamo di dieci milioni di euro di debiti commerciali ancora non pagati, tre milioni di somme pignorate, 41 milioni di euro di disavanzo, un aumento della spesa corrente di 3,5 milioni di euro, una politica delle entrate inesistente con milioni di euro di tributi locali non incassati, mancata riconciliazione di crediti e debiti con le società partecipate, contenzioso fuori controllo".
Ubertini (Psi) attacca: «Nell'ultimo rendiconto, il Comune è risultato nuovamente positivo in quattro degli otto parametri che determinano la deficitarietà strutturale". Sebastiani replica: "La deficitarietà non è vincolante: la Corte dei Conti guarderà soprattutto al rispetto delle condizioni imposte dal 2013 ad oggi». Nel frattempo, per interloquire con la sezione regionale del Lazio della Corte dei Conti, il Comune ha già affidato l'incarico a uno studio legale e tributario.
04_07_23