(di Massimo Palozzi) Da tempo il fuoco covava sotto la cenere. Ora sembra raggiunto il punto di non ritorno. La situazione del carcere reatino necessita di interventi urgenti sia per governare il sovraffollamento sia per dotarlo di professionalità adeguate. Le tante iniziative sindacali messe in atto di recente a vari livelli (dai sit-in agli incontri istituzionali) non possono più essere sottovalutate.

E’ una questione, in primis, di rispetto della dignità tanto dei detenuti quanto degli operatori, ma è anche un cruciale banco di prova per sfatare il mito secondo cui tutto quello che sorge a Rieti è destinato a una fine prematura. La struttura è stata realizzata solo pochi anni fa ed è l’ultimo investimento statale fatto a Rieti da decenni. Perché non farla funzionare a dovere?