di Ileana Tozzi - Le nostre strade antiche, percorse mille volte, accolgono un nuovo viandante motivato a conoscerle: prendiamolo per mano, il nostro Vescovo, perché senta un po’ suo il reticolo di vie che si dirama dal cuore della città, dai due sagrati della cattedrale che è la sua sede e la sua sposa.
La suggestione dei numeri non appartiene se non marginalmente alla tradizione della Chiesa cattolica. Eppure, non può sfuggirci che la solenne e gioiosa consacrazione del Vescovo Vito è avvenuta il 21 gennaio, festività di Sant’Agnese martire dei primi secoli dell’era cristiana, e la cattedrale tornerà ad accogliere il clero e le religiose il 2 febbraio, la Candelora, data della presentazione di Gesù al Tempio in cui si celebra la vita consacrata. Il 2 febbraio del 1467 nacque nella dimora di via della Collina annessa alla bottega di un mercante di pannilana una bambina destinata a vivere una straordinaria vicenda di alta spiritualità. Il secolo l’avrebbe conosciuta come Colomba da Rieti, mistica del Terz’Ordine della Penitenza di San Domenico, fondatrice della comunità di Santa Caterina da Siena a Perugia, consigliera dei potenti Baglioni signori della città, autrice di straordinari gesti di carità nei confronti dei poveri, degli appestati, dei reietti. E per uno strano caso del destino la casa di quel ricco mercante sarebbe diventata la sede intra mœnia delle monache domenicane di Sant’Agnese scampate all’incendio che devastò il monastero di Fondiano nell’estate del 1494. Fu l’atto generoso di Vanna Guadagnoli, madre di suor Colomba ormai vedova e determinata ad unirsi anche lei alla comunità perugina, a far sì che le otto monache sopravvissute trovassero accoglienza nella propria dimora. Da allora ed a tutt’oggi, le claustrali Domenicane custodiscono come un santuario la casa natale di Colomba da Rieti, che il 25 febbraio 1625 fu beatificata da papa Urbano VIII. La comunità dei Padri Predicatori, con il concorso delle autorità civili, volle celebrare allora la circostanza incaricando i migliori artisti del tempo Giovanni Altobelli, Giulio Bianchi e Vincenzo Manenti di decorare con le Storie della beata Colomba le lunette del chiostro nuovo del convento di San Domenico, che dopo l’unità d’Italia fu indemaniato ed utilizzato come sede del Regio Esercito. Tanta storia è celata al di là dei muri che serrano le antiche strade che monsignor Piccinonna sta percorrendo per la prima volta, in questi giorni che inaugurano la sua missione episcopale a Rieti: gli auguriamo, ci auguriamo che possa radicarsi e dare frutto in questa nostra terra che condivide con lui la gioia e la speranza che ha scelto come motto.