a cura di Massimo Palozzi

Marzo 2024

IL DOMENICALE

ARCHIVIO DI STATO E BENE COMUNE

amministrazione, formazione

 

di Massimo Palozzi - La visita lunedì del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è uno di quegli eventi destinati a non rimanere circoscritti al repertorio della cronaca locale. Il ministro è venuto infatti a Rieti in occasione della firma del protocollo per l’affidamento dell’ex filiale della Banca d’Italia, che sarà la nuova sede dell’Archivio di Stato. Con quest’atto si è ufficialmente concluso un percorso iniziato un paio d’anni fa e proseguito lo scorso 22 febbraio con la consegna dell’immobile all’Agenzia del Demanio da parte dell’istituto guidato dal governatore Panetta.

Alla cerimonia nel foyer del teatro Flavio Vespasiano sono intervenuti, tra gli altri, il direttore della medesima Agenzia Alessandra Dal Verme, il prefetto Pinuccia Niglio, il sindaco Daniele Sinibaldi, la presidente della Provincia Roberta Cuneo, il deputato Paolo Trancassini, l’assessore regionale Manuela Rinaldi, il direttore generale Archivi Antonio Tarasco e il direttore dell’Archivio di Stato cittadino Alfredo Pasquetti.

Il complesso di via Garibaldi risale al 1955 e si estende per quasi 3.800 metri quadrati su cinque livelli. Fino al 1996 è stato sede della filiale della Banca d’Italia. Da ultimo ha ospitato gli uffici per la ricostruzione post-sisma con ingresso su via Pitoni. Nel 2022 è stato messo in vendita e acquistato dal ministero della Cultura per 1.542.000 euro. Altri 3 milioni sono stati contemporaneamente stanziati per l’adeguamento antincendio.

Attualmente l’Archivio di Stato si trova in viale Ludovico Canali, in un fabbricato di tipo industriale (un ex pastificio) che ospita i depositi di materiale archivistico e il laboratorio di restauro e cartotecnica, mentre gli uffici sono collocati in una palazzina adiacente. Nella sua sede sono ospitati quasi 11 chilometri lineari di materiale archivistico, con la prospettiva di aggiungerne un’altra decina dai futuri versamenti degli archivi degli uffici statali provinciali.

La rilevanza del protocollo siglato a inizio settimana è evidente. Da un lato si ripristina, valorizzandolo, un edificio di sicuro pregio architettonico che sorge nel cuore di Rieti. Dall’altro si affidano all’Archivio di Stato locali non solo di maggior prestigio, ma più idonei allo svolgimento delle proprie attività. La presenza stessa del ministro Sangiuliano, per la seconda volta a Rieti dopo la visita del 3 dicembre 2022, testimonia l’importanza di un passaggio che si inserisce in un’operazione di ampio respiro, coinvolgendo il recupero di diverse sezioni del centro storico. Chissà che il primo anniversario della nuova sede non possa essere festeggiato nel vicino Circolo di Lettura, oggi interessato da lavori di ristrutturazione per i quali sono stati utilizzati fondi del Pnrr con l’aggiunta di ulteriori 300mila euro, come confermato in settimana dall’assessore comunale alla Cultura Letizia Rosati, che ne ha previsto l’inaugurazione al più tardi per il prossimo autunno.

Comprensibilmente soddisfatti i commenti a caldo. “Il nostro progetto”, ha spiegato il ministro, “è dare una sede fissa e idonea agli archivi di Stato che, compreso quello di Rieti, devono diventare centri polifunzionali, aggregativi e culturali dove non vengono soltanto conservati documenti ma allestite mostre, organizzati convegni, ripercorrendo la storia della città e della provincia e riuscendo così ad attrarre anche le giovani generazioni”.

A proposito di nuove generazioni e di patrimoni collettivi, la consegna del palazzo di via Garibaldi ha coinciso, per una curiosa circostanza temporale, con l’ottava edizione del concorso “Filosofia e natura”, rivolto agli alunni delle scuole superiori. Il tema prescelto era “Il bene comune, radici e prospettive” e su questo si sono misurati mercoledì i circa 200 studenti delle classi quarte delle scuole che hanno aderito all’accordo di rete (IIS “Rosatelli”, liceo scientifico “Jucci”, IIS “Elena Principessa di Napoli” del capoluogo e l’istituto omnicomprensivo “Marchionne” di Amatrice).

Nell’articolazione del progetto, partito lo scorso 22 novembre con una relazione del vescovo Vito Piccinonna, i giovani “filosofi” partecipano a quattro momenti formativi, mirati, per un verso, all’apprendimento e al consolidamento delle nozioni, e per l’altro a stimolare lo spirito di ricerca e conoscenza del territorio locale esercitando un proprio pensiero critico.

Presso l’Auditorium Santa Scolastica i ragazzi hanno quindi approfondito il concetto di bene comune guidati dal professor Giovanni Cogliandro, membro del consiglio dell’Associazione Italiana Filosofia della Religione e dirigente di un istituto superiore romano. Dalla visione classica di Tommaso D’Aquino ai contributi di autori contemporanei, gli studenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con differenti prospettive sviluppate attraverso i secoli su una tematica sempre di grande attualità, che impegna la proiezione progettuale di ciascun individuo sia in quanto singolo sia come membro di una comunità.

Come è stato messo in evidenza dagli stessi ragazzi partecipanti al progetto “Reporter a scuola” (molto interessante l’articolo a firma Vittoria Chiuppi e Umberto Fabrizi), grazie alle idee dei diversi pensatori “gli alunni hanno potuto cogliere l’importanza di una visione olistica e interdisciplinare per l’edificazione del bene comune”. E lo hanno fatto proprio all’indomani di un’operazione che, con un’espressione inglese ora di moda, si potrebbe definire win-win: da una parte un maestoso palazzo nel cuore di Rieti rinasce a nuova vita, dall’altra un ente essenziale per la custodia documentale del passato beneficia di una sistemazione ben più degna di quella attuale. Resta da capire la sorte che toccherà all’odierna sede dell’Archivio di Stato. Ma questa è un’altra storia.

 

03-03-2024

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